danzaAPRILE201609 aprile 2016 h21
10 aprile 2016 h18
16 aprile 2016 h21
17 aprile 2016 h18

PILLOLE DI TENDANCE è una rassegna di otto spettacoli e performance di danza contemporanea organizzata da Rosa Shocking Associazione Culturale (ex ass. cult. 369gradi) nei primi due week end di aprile.
La rassegna è un’anteprima romana della prossima - la sesta - edizione di Tendance, festival di danza contemporanea nella provincia di Latina curato dalla medesima associazione, diretto artisticamente da Ricky Bonavita e Theodor Rawyler, organizzato da Danila Blasi e realizzato con il contributo del Mibact e della Regione Lazio. Il programma omaggia gli artisti che hanno partecipato alle precedenti edizioni del Festival e chiede loro di scegliere uno spettacolo rappresentativo della propria ricerca che mantenga le caratteristiche del festival, ovvero essere adattabile a qualsiasi spazio e svilupparsi in un tempo sintetico e che grazie a questo, introduca il Festival e la sua identità alla Città di Roma. Il desiderio della direzione artistica e organizzativa è quello di continuare a tracciare un panorama fra le diverse tendenze del contemporaneo e offrire uno sguardo attuale sul corpo come luogo di sintesi e di espressione artistica, spazio di condivisione e di poesia.
Tante le coreografe e i coreografi nel programma: Fabio Ciccalè con Refugium Peccatorum e Indaco, Patrizia Cavola e Ivan Truol di Compagnia Atacama con Io, lei, me interpretato da Valeria Baresi, Theodor Rawyler con Europa Vecchia Madre (La guerra vista dalle bambine - memorie intorno alla liberazione) con la partecipazione delle donne anziane del laboratorio di danza sociale di Via Terni 9/Roma - Coop. Soc. Meta Onlus, Giovanna Velardi con Look Me Inside Now, Cadavre Exquis con STUPOR (studio 02), Ricky Bonavita con Colori Proibiti Suite, Gruppo e-MOTION diretto da Francesca La Cava con Finding Home di Luisa Memmola.

info: tel: 3405573255 mail: info@teatroinscatola.it
biglietto: posto unico 10 euro

PROGRAMMA

09 aprile 2016 ore 21,00
Indaco Compagnia Fabio Ciccalè
Io, Lei, Me Compagnia Atacama

10 aprile Ore 18,00
Europa Vecchia Madre Compagnia Excursus
Look Me Inside Now Compagnia Giovanna Velardi

16 aprile 2016 Ore 21,00
Refugium Peccatorum Compagnia Fabio Ciccalè
STUPOR (studio 02) Cadavre Exquis

17 aprile 2016 Ore 18,00
Colori Proibiti Suite Compagnia Excursus
Finding Home Gruppo e-MOTION

SCHEDE ARTISTICHE DETTAGLIATE

9 aprile 2016 h 21
INDACO UN COLORE PER UN DANZATORE
di e con: Fabio Ciccalè
musiche: autori vari
disegno luci: Danila Blasi
Una produzione: FC@PIN.D'OC
con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Con il sostegno di: San Lo’, Roma Produzione 2015
“Indaco” è la tappa conclusiva di un progetto solistico iniziato nel 2006 con “Count Down” e continuato nel 2009 con “Estatica Attitudine”.
Come in un processo alchemico, che, attraverso le tre fasi (nigredo-albedo-rubedo), trasforma la vile materia in pietra filosofale, “Indaco” vuol essere il momento della temporanea consapevolezza del proprio linguaggio coreografico, un punto di arrivo prima di una nuova partenza.
In “Count Down” si esplorava la quotidianità, la fase della nigredo.
In “Estatica Attitudine” si esplorava la spiritualità, la fase della albedo.
In “Indaco” si esplora il tutto, con una maturità “altra”, la fase della rubedo.
Indaco, non a caso, è il colore dell’armonia, della spiritualità, del risveglio interiore. Come un’alchimista, il coreografo ricerca una verità, una conoscenza, un sapere, che diano significato alla propria opera. Un linguaggio che ha l'immediatezza dell'infanzia o della preistoria. Il corpo danza una danza “bambina”, nel senso che condivide con l'infanzia sia l'atteggiamento di estrema serietà, l'interesse rapito, esclusivo e severo per il gioco che compie, sia l'impermanenza dell'attenzione data dalla curiosità: passa da un luogo a un altro senza conseguenze, senza concludere, incurante. Il corpo dispettoso, aperto, spudorato del bambino si muove tra gli oggetti ricercati e pericolosi dell'adulto, scatenando una fertile e sconcertante ambiguità. Ne deriva un universo emotivo che va dall'esilarante al patetico, dal grottesco all'estatico, dal realistico al surreale, in un movimento circolare e senza uscita che così sceglie di rimpossessarsi delle lacerazioni del mondo contemporaneo. La dinamica fisica e spaziale che ne risulta è un'incessante negazione del climax, uno stato di tensione e pienezza continuo in cui l'energia si potenzia restando compressa, accumulandosi senza esplodere. I volumi e le masse sono valorizzati molto più che le scie di superficie, in una danza dai forti valori plastici.
a seguire
IO, LEI, ME
Coreografia, Regia: Patrizia Cavola – Ivan Truol
Con: Valeria Baresi
Voce registrata: Patrizia Hartman
Musiche Originali: Epsilon Indi
Costumi: Medea Labate
Luci: Danila Blasi
Produzione: Atacama
Con il contributo di MIBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo - Dipartimento Dello Spettacolo
Residenze: La Scatola Dell’Arte
lo sguardo mette a fuoco.. dentro
Una donna ... galleggia, annega, galleggia....Galleggiare tra sentimenti contrastanti
Le infinite e innumerevoli sfaccettature dell’animo umano, che può passare dalla gioia al dolore, dalla paura allo stupore, dal piacere alla vergogna in un frangente di secondo. Svelare le contraddizioni dell'animo umano, slanci e cadute, repentini cambiamenti e contraddizioni insanabili. La destrutturazione dei movimenti, la loro segmentazione e frammentazione, navigare nella propria natura, nella propria condizione esistenziale. Forza e fragilità, coraggio e paura come stati legati e coesistenti, Indagine su uno stato di svelamento spirituale, ricerca performativa sul corpo eroico femminile, nudo nella propria esposizione, senza pelle né difese.

10 aprile 2016 h 18
EUROPA VECCHIA MADRE (La guerra vista dalle bambine, memorie intorno alla liberazione)
coreografia: Theodor Rawyler
assistenza e supporto: Danila Blasi, Enrica Felici
costumi: Daniele Amenta e Yari Molinari
realizzazione musicale: Concetta Cucchiarelli in collaborazione con CRM - Centro di Ricerche Musicali
interpreti: Vilma Galli, Verena Marzuoli, Renata Strozzi, Theodor Rawyler
Il progetto dello spettacolo nasce da un laboratorio di danza sociale condotto dalla Compagnia Excursus da oltre cinque anni con un gruppo di 16 donne intorno agli ottant'anni, testimoni di un conflitto mondiale restituito attraverso gli occhi di un'infanzia vissuta ai tempi di guerra. Sono emersi alcuni temi centrali; la paura, la voglia di giocare comunque, la solidarietà, l'assenza dei padri. Per quanto basato anche su ricordi dolorosi e indelebili, il lavoro è portatore di un grande entusiasmo per la vita, della gioia di poter partecipare, di mettersi in gioco, per esprimersi attraverso un'arte che sembrava ormai preclusa.
Dalle memorie delle donne anziane del laboratorio di danza sociale di ViaTerni9/Roma - Coop. Soc. Meta Onlus: Elda Alegiani Maria Camarda Vilma Galli Verena Marzuoli Elda Paci Linda Petaccia Marisa Pietrosanti Italia Rosati Renata Strozzi Valeria Tani Marisa Vagnoni
A seguire
REGARDE- MOI DEDANS
(LOOK ME INSIDE NOW)
Coreografia e interpretazione Giovanna Velardi
Costumi: Concetta Guercio
Musiche John Tavener " The Lamb"
Testo Giovanna Velardi
Una produzione: FC@PIN.D'OC
con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Questa breve piece coreografica è stata ideata su ispirazione dell'abito realizzato con un "tessuto di luce" creato da Concetta Guercio per la sua tesi con il professor Vittorio Vicari all'Accademia di Belle arti di Palermo, dal titolo "Look me inside - Indagine e progetto sui tessuti tecnologici per il costume coreografico" La protagonista è un donna che non ha paura di esprimersi, che si mette a nudo e grazie alla scoperta del piacere nel donarsi, si illumina e non si vergogna di mostrare le sue fragilità. La danza disegna un percorso nell'ombra che diventa chiaroscuro fino ad arrivare alla luce, che trasforma chi danza in una donna piena di vitalità come una luce che ti riempie dentro, che ti scalda il cuore. Una donna felice di amare di aver scoperto quel sentimento che alle volte è difficile provare, una donna che ti invita ad esprimerti. La difficoltà la rende fragile come i rami di un albero che si adattano al tempo, al clima, allo spazio, ma allo stesso tempo la rende forte quando si propaga la luce, quando l'attraversa e la mette in risalto. Si concede a chi è curioso di lei e sa anche ribellarsi, giocare, rinnovarsi, come una suite di danza che si compie nelle differenze ritmiche. Lei riflette gli altri attraversata dalla luce, diventa specchio di un'immagine, quella che vogliamo essere piu' nostra. La creatura sul palco traccia un percorso intimo di luce ed ombra proprio come siamo noi. L'importante è guardarsi dentro, guardare dentro, guardarla dentro.

16 aprile 2016 h 21,00
REFUGIUM PECCATORUM coreografia per due peccatori
di Fabio Ciccalè
con Fabio Ciccalè e Chiara Pacioni
musiche autori vari
disegno luci Danila Blasi
Una produzione: FC@PIN.D'OC
con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Con il sostegno di: Core, Lazio - San Lo’, Roma – Teatri di Civitanova, Civitanova Marche.
Lavoro in fieri, costruito sul limite tra danza, teatro e performance. Liberamente ispirato alle Litanie Lauretane dove, in particolare, la Madonna è invocata con l’appellativo di “Rifugio dei Peccatori”. Il peccato come handicap, problema di condotta, lo stonato essere fuori misura nel senso del troppo o del troppo poco, sempre comunque del non abbastanza. Non allinearsi come dato di fatto, senza giudizio: i movimenti coreografici sono l’enunciato dell’imperfezione.
Autoironia. Esame di coscienza in cui è il corpo a confessare. Due figure dai movimenti febbrili tentano a lungo di disciplinarsi compiendo una serie di azioni sincroniche, in assenza di suono.
Mortificazione: la penitenza è agita in via preventiva, e non è spettacolare.
La catastrofe (semmai) è già avvenuta, se ne possono ammirare i resti e ridervi su. Si è semplicemente insufficienti, supereroi da farsa, vestiti poco e male, non è prevista l’oscura nobiltà della depravazione.
Ricerca sorniona ma appassionata di un’indulgenza presso il pubblico. L’Altro che vede si faccia Madonna, si faccia rifugio. Che sia un pubblico materno, mediatore, soccorritore e vergine.
a seguire
STUPOR (studio 02) CADAVRE EXQUIS
Coreografia, concept, audio editing: Matteo Bifulco, Lorenzo Giansante, Giordano Novielli
Performance: Lorenzo Giansante, Francesca Innocenzi, Giordano Novielli
Oggetti scenici e costumi: Francesca Innocenzi
Produzione Compagnia Excursus con il sostegno di Mibact
Il progetto di ricerca sul corpo parte da un’immagine pop: l’esibizione di Britney Spears agli MTV Video Music Awards del 2007, in cui si presentò manifestamente fuori forma psico-fisica, creando una sorta di sconcertante cortocircuito tra la sua performance i ballerini e la musica.La presenza-assenza di Britney Spears, così brutalmente esposta davanti a milioni di spettatori e portata avanti fino alla fine, somiglia in qualche modo al senso di sfasamento e di stordimento di cui quotidianamente facciamo esperienza nella marea di input spesso schizofrenici che ci circondano e destabilizzano le nostre convinzioni.
Il nostro intento e’ isolare l’inadeguatezza di Britney Spears, renderla un “oggetto profanante”, contro il meccanismo mediatico dell’esposizione sempre e comunque, in riferimento a quanto dice Giorgio Agamben nel suo “Elogio della profanazione” e, attraverso i nostri corpi, vogliamo mettere davanti alle persone un’esigenza di un “nuovo uso” (ossia una materia attiva di trasformazione) di questo sfasamento.

17 aprile 2016 h 18,00
COLORI PROIBITI (suite)
Coreografia Ricky Bonavita
Interpreti Enrica Felici, Ricky Bonavita
Progetto in residenza dell' Officina COREografica 2012 di CORE - Coordinamento Regionale della danza contemporanea e delle arti performative del Lazio
Produzione Compagnia Excursus con il sostegno di Mibact
La lettura del romanzo “Colori proibiti” pubblicato nel 1951 dallo scrittore giapponese Yukio Mishima ha ispirato questo lavoro. Nella suite qui presentata il coreografo esplora la relazione fra due dei tre protagonisti del romanzo; un rapporto amoroso intergenerazionale dove le incertezze e le fragilità di una coppia di diversa età ed esperienza di vita sono restituite attraverso il pathos della danza e la complicità e la dinamica dei corpi.
a seguire
FINDING HOME
Progetto e idea di Luisa Memmola
Danzato da Luisa Memmola
Ispirato a Un’esigenza Personale Di Racconto E Alle Fantastiche Foto Di Federico Dessardo
Musica Autori Vari
Sostenuto da: GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
Finding home nasce da un bisogno interiore: quello di trovare un posto dove rilassare i nervi e identificarsi, la parola casa è intesa sia come luogo fisico che come luogo interiore dove si possono deporre le armi e essere se stessi, la ricerca come si può immaginare è ardua e spesso le scelte più ovvie non risultano le più giuste, per questo Finding home trova sfumature poco scontate e lavora sulla sensazione interiore di stabilità. Casa quindi anche un luogo senza mura, senza stipi, suppellettili, purchè la sensazione sia quella di essere dove dovresti, perso nel benessere, nello stare, “nel tuo”. Se costruire significa scegliere faticosamente i mattoni che rappresenteranno il tuo covo, così il metterli l’uno sull’altro delineano l’importanza morale di riconoscersi appartenenti a qualcosa. Quindi la casa, così come la pace interiore una volta trovata e/o costruita, nei suoi angoli, nelle sue preziosità, nei suoi nascondigli rappresenta l’insieme di ciò che sei. Necessariamente diversa da ogni altra, ti appartiene ed è tua soltanto.