DE NATURA SONORUM 2° edizione

Lunedì 25 novembre 2019

ore 21

Innesti concerto

prima esecuzione di Alvin Curran per grande Conchiglia, Shofar, Tubi Corrugati, Pianoforte, Tastiera Midi e Computer

Mattatoio - Padiglione 9B

ingresso libero fino ad esaurimento posti
Mentre suono i suoni del mondo intero, sento sotto le mie dita come se stessi facendo un innesto: i rami di un pino su di un’orchidea spontanea che spunta da una roccia in mezzo alle isole del Pacifico (o viceversa), oppure come se stessi tramutando un bambù in una felce delicata o in una rosa rara.

Nel corso degli ultimi settant’anni, ho ascoltato e raccolto suoni dovunque e qualunque, in ogni stagione dell’anno... creando così il mio personale vocabolario musicale. Presi da soli, questi suoni non significano nulla a meno che non vengano innestati con altri suoni; e anche così, continuano a non avere alcun significato né raccontano una storia. L’innesto, però, avviene sempre in tempo reale, in real time... e non so mai in anticipo quale mostro oppure sublime poesia, quale disastro oppure illuminazione, quale bugia oppure verità ne uscirà fuori. Come nel giardinaggio… innesti quello su questo e… 


Alvin Curran, 30 ottobre 2019

Alvin Curran ha realizzato una carriera lunga e fruttuosa come compositore, performer, installazionista, scrittore e insegnante sulla scia della tradizione americana di musica sperimentale. Nato a Providence nel 1938, ha studiato con Ron Nelson, Elliott Carter e Mel Powell e ha co-fondato il gruppo Musica Elettronica Viva nel 1966 a Roma, dove vive tuttora. La sua musica, che si tratti di opere cameristiche, di arte radiofonica, di performance solistiche o di teatro-ambientale a grande scala abbraccia tutti i suoni, tutti gli spazi, tutte le persone. Ha insegnato all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica di Roma, al Mills College, alla Hochschule für Musik Mainz. Ha scritto molti articoli, fatto migliaia di concerti e creato più di trenta album personali e più di sessanta in collaborazione. Il libro bilingue Alvin Curran: Live in Roma, curato da Daniela Tortora, è uscito nel 2011, mentre è del 2015 The Alvin Curran Fakebook, con oltre duecento composizioni, frammenti, scritti e immagini.

Tra gli eventi importanti recenti: Concerto per vasca da bagno e orchestra (2017); l’installazione Pian de Pian Piano (2017); Maritime Rites Rome per musicisti su barche a remi (2017); concerti al Teatro Colon (2017), Big Ears Festival (2017), New York Armory (2018), con Clark Coolidge (Other Minds 2018), con Ciro Longobardi (2018); l’happening Passi, con artista di Alfredo Pirri (2017 e 2018); i dischi Irrawaddy Blues (Documenta, 2017), Dead Beats (pianoforte, 2018) e Endangered Species (2018); la sinfonia da strada A Banda Larga (2018); una sonorizzazione delle Terme di Caracalla Omnia Flumina Romam Ducunt (Tutti i fiumi portano a Roma) (2018), Der Goldene Topf con Achim Freyer (2019).

Altri lavori celebri: For Cornelius, Hope Street Tunnel Blues, Inner Cities per pianoforte; Schtyx per piano/violino/percussione; VSTO per quartetto d’archi; Theme Park per quartetto di percussioni; Electric rags per quartetto di sassofoni; Oh Brass on the Grass Alas per 300 musicisti dilettanti di bande di ottoni; l’installazione sonora Gardening with John; Crystal Psalms e Maritime Rites per radio; performance solistiche da Canti e vedute dal giardino magnetico e Canti illuminati a Endangered Species.
Giovanni Costantini, Direttore del Master in Sonic Arts Tecnologie e Arti del Suono - Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Docente di Tecnologie per la sintesi e l’elaborazione del suono
Giorgio Nottoli Docente di Storia, Analisi e Composizione della Musica Elettroacustica presso il Master in Sonic Arts Tecnologie e Arti del Suono - Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Programma del concerto


Walter Branchi Voltarsi, piano (Musica dei significanti) (2017) per suoni concreti - 4’30”

Giorgio Nottoli Ruota del tempo (1996) per tracce sonore sintetizzate con sistemi digitali - 10'

Giovanni Costantini I have a dream (2019) per suoni di voce e clarinetto elaborati (versione acusmatica) - 6’30”

Riccardo Santoboni L’ombra di theta (2019) per suoni concreti e suoni di sintesi - 8’

Paolo Gatti Trigramma 8 (2014) per suoni concreti e suoni di sintesi - 10'

Barry Truax Basilica (1992) per suoni concreti - 12'



Mattatoio - Padiglione 9B

ingresso libero fino ad esaurimento posti


La musica acusmatica è musica creata per essere ascoltata esclusivamente tramite altoparlanti. Il termine musica acusmatica è stato introdotto dal compositore francese Pierre Schaeffer nel 1966 nel suo libro Traité des objets musicaux (Trattato sugli oggetti musicali) per definire l’ascolto di musica elettronica in assenza di esecutore. Esso deriva dalla parola greca akusmatikoi, nome con cui venivano indicati i discepoli di Pitagora, che ascoltavano il maestro parlare da dietro ad un velo per potersi concentrare meglio sui processi logici del suo discorso. Nella musica acusmatica un altoparlante prende metaforicamente il posto del velo pitagorico con l’intento di proporre un ascolto rivolto esclusivamente al suono, senza distrazioni visive o coinvolgimenti emotivi di altro tipo che la presenza dell’esecutore comporta. Il suono viene percepito esclusivamente mediante le sue caratteristiche intrinseche, senza che ci sia necessariamente un riferimento alla sorgente acustica che lo ha generato.

La musica acusmatica ha rappresentato un totale sconvolgimento delle regole di fruizione musicale del mondo occidentale, basata sul concerto come spettacolo e sulla bravura dell’esecutore, vero attore applaudito dal pubblico molto più del compositore dell’opera. La musica acusmatica riporta l’attenzione sul compositore e sull’oggetto artistico, che ora ha vita propria e non ha bisogno, per esistere, della mediazione di un interprete che non sempre trasmette integro il messaggio del compositore.

Si comprende, da quanto detto, che per la nascita di tale genere musicale, alla fine degli anni ‘40 del secolo scorso, è stata fondamentale l’invenzione della registrazione del suono. Il brano musicale è realizzato e fissato su un supporto dallo stesso creatore dell’opera con un procedimento simile a quanto avviene in altre forme d’arte: esso può essere conservato e riprodotto così come concepito dall’artista, allo stesso modo in cui una scultura o una pittura possono essere esposte in una mostra o in un museo.

Un cambiamento così radicale della concezione musicale porta, inevitabilmente, alcune implicazioni importanti sulla sua composizione e fruizione.

Per quanto riguarda la composizione, la musica elettronica non utilizza le note musicali e le regole dell’armonia classica, ma materiale acustico registrato ed elaborato utilizzando le tecnologie elettroniche. Queste ultime aiutano il compositore a modificare, plasmare e comporre insieme materiali sonori fino a realizzare il risultato musicale desiderato. Il timbro assume, in questo genere musicale, un ruolo principe. I compositori dedicano un’attenzione particolare alla ricerca di amalgami timbrici inconsueti, sia sintetizzando suoni elettronici, sia elaborando elettronicamente suoni concreti. Questi ultimi, in particolare, sono resi a volte irriconoscibili, giocando ad equivocare fra suoni emessi da sorgenti acustiche reali e suoni sintetizzati, cosa che rappresenta un formidabile strumento espressivo.

Per quanto riguarda la fruizione di tale musica, ci si è chiesti se le tradizionali sale da concerto fossero il luogo più idoneo all’ascolto e quale fosse il sistema di altoparlanti che meglio potesse rendere il risultato sonoro. Per quest’ultimo, in particolare, sono state proposte varie soluzioni: tra le più affermate, quella che prevede un certo numero di altoparlanti disposti in cerchio attorno all’ascoltatore (proposta da John Chowning) e quella detta “acusmonium”, che dispone invece gli altoparlanti in tutto lo spazio d’ascolto, anche tra il pubblico (utilizzata soprattutto in Francia). Entrambe queste tecniche di diffusione sonora realizzano la cosiddetta “spazializzazione del suono”, ossia una proiezione del suono nello spazio acustico: essa consente un maggiore coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore, sopperendo parzialmente all’assenza di un esecutore dal vivo. Inoltre, queste tecniche di diffusione consentono di adattare l’esecuzione del brano alle caratteristiche acustiche dello spazio, mediante l’intervento di un “interprete acusmatico” che riporta in questo genere musicale, anche se in un modo completamente diverso, la figura dell’interprete musicale.

Mercoledì 27 novembre 2019

ore 13-19

Laboratorio di sound design per film e videogames laboratorio

in collaborazione con il Master in Sonic Arts dell’Università di Roma Tor Vergata

Docente: Luigi Sansò

Mattatoio - Padiglione 9B

ingresso libero fino ad esaurimento posti prenotazione obbligatoria

 L’obiettivo del laboratorio è quello di guidare i partecipanti alla scoperta delle metodologie di realizzazione di prodotti di composizione musicale e di sound design in ambito cinematografico e videogames, tenendo presenti le tecnologie di ultimissima generazione e gli standard internazionali. Il percorso proposto esplorerà un ampio spettro di argomenti: dall’utilizzo della tecnologia MIDI e delle DAW fino ai più avanzati software di produzione ed editing audio, passando per l’orchestrazione virtuale e la creazione e gestione di musica adattiva, tipica dell’ambito videogame.

Particolare rilevanza, nel laboratorio/training, sarà data alla realizzazione di contenuti musicali/sonori per documentari e trailer.

Luigi Sansò sound designer e composer (RAI, Mediaset, Disney, Discovery ecc.), è impegnato da molti anni nella sperimentazione di nuove tecnologie applicate alla musica e al suono. Dal 2011 collabora all’organizzazione del Master in Sonic Arts (Tecnologie e arti del suono) e del Corso di formazione in Music Production dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dove è docente di Music Composition e Sound Design per cinema e videogame. Presso la stessa Università, collabora inoltre alle attività di ricerca del LARS (Laboratorio di Ricerca sul Suono). È stato docente presso il CPM di Milano, il SAE Institute, il Politecnico di Milano e il Centro Sperimentale di Cinematografia.  È docente certificato Steinberg. Dirige il dipartimento Musica e Suono della Scuola Internazionale di Comics e collabora, in Italia e all’estero, con numerose aziende che si occupano di tecnologie per il suono e la musica, fra cui Roli, SWAM, Texim, NI, Izotope, Heavyocity, Soundiron, Audiokinetic, AudioFactory, 8dio, Ableton.

 

Mercoledì 27 novembre 2019

ore 19.30

Armonie incontro

con il duo di sassofoni Antongirolami/Selva

Teatro di Documenti (via Nicola Zabaglia, 42)

ingresso libero fino ad esaurimento posti

 Il duo di sassofoni Antongirolami / Selva introdurrà brani che esemplificano l’evoluzione del linguaggio armonico novecentesco e contemporaneo in quei compositori che non si abbandonano all’atonalità, ma utilizzano strutture armoniche che si riconducono ad un sistema tonale avanzato, seppure in maniera originale e innovativa. I partecipanti saranno guidati nell’ascolto di opere di Hindemith, Stockhausen, Andriessen, Bryars, gli italiani Bussotti e Maderna e di una prima assoluta di Interlude, brano scritto per il duo Antongirolami / Selva nel 2018 da Reinhard Febel, compositore tedesco tra più significativi nel panorama internazionale e docente presso l’università Mozarteum di Salisburgo.

Gianpaolo Antongirolami sassofonista di formazione accademica, svolge attività artistica come solista e in varie formazioni da camera, proponendo un repertorio proiettato verso la musica moderna, contemporanea, elettronica e l’improvvisazione. Collabora con Terry Riley, Butch Morris, Mike Svoboda, Garth Knox, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini, Stefano Scodanibbio, Horacio Vaggione, Alvise Vidolin, Roberto Fabbriciani, suonando in prestigiosi contesti quali Festival Synthese di Bourges (F), Milano Musica, ZKM (Karlsruhe), Rassegna di nuova musica di Macerata, Dissonanzen (Napoli), Nachtstrom (Basilea), Firenze suona contemporanea, Area sismica (Forlì), InterActions (Bangor – UK), Lugocontemporanea (Lugo di Romagna), Exnovo Musica (Venezia), CIM (Firenze, Udine, Cagliari), Festival della scienza (Genova), La terra fertile (L’Aquila), Spaziomusica (Cagliari), Acusmatiq (Ancona), MA/IN (Matera), nonché in centri di ricerca e Conservatori in Italia e all’estero. Ha eseguito oltre ottanta prime esecuzioni assolute di opere spesso a lui dedicate e ha effettuato numerose incisioni discografiche (Col legno, Ars Publica, Cemat Italia, Edipan, SuonoSonda, Sumtone, Khepera, Rara Music WorX). Costantemente invitato a tenere concerti e corsi di alto perfezionamento presso rinomati istituti musicali europei – Freiburg Musikhochscule, Salzburg Mozarteum, Keele University, Edinburg University, Laban Conservatoire of Music e Goldsmiths University, Conservatorio Superior de Musica di Sevilla – è titolare della cattedra di sassofono presso il Conservatorio di Perugia.

Michele Selva concertista e docente presso l’Istituto Musicale Sammarinese. Attento soprattutto agli sviluppi della musica del Novecento e contemporanea ha partecipato a diverse prime esecuzioni, anche dedicate, di compositori italiani e internazionali. Tra le numerose collaborazioni quelle con S. Bussotti, G. Cappelli, A. Guarnieri, L. de Pablo, G. Pape. Tiene recital, concerti e masterclass presso le più importanti istituzioni in Italia e in Europa (Area Sismica, Festival Angelica di Bologna, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Emufest-Roma, Eterotopie, Verona Contemporanea, Biennale di Venezia, Goldmisths University of London, Trinity Laban College, Oh-Ton Festival, Goteborg Art Sound, Forfest Festival, Winter Festival) esibendosi in Francia, Germania (Amburgo, Berlino, Lipsia, Weimar, Dresda, Oldenburg) e Londra, Spagna, Copenaghen, Cracovia, Kromeriz, Goteborg, Praga, Sarajevo.

Mercoledì 27 novembre 2019

ore 21

The great learning, paragraph 7 concerto

composizione vocale sperimentale dalla partitura di Cornelius Cardew

a cura di Luca Venitucci con la collaborazione del coro Radix Harmonica

Mattatoio - Padiglione 9B

ingresso libero fino ad esaurimento posti

Luca Venitucci e il coro Radix Armonica presentano un’installazione sonora vocale del compositore britannico Cornelius Cardew basata sull’intonazione di segmenti di testo tratti dal Grande Studio, il primo dei quattro libri base del confucianesimo. Ciascuna delle voci si appoggia alle altre, dando vita ad una tessitura sonora complessa e costantemente mutevole.

Cornelius Cardew (1936-1981) ha fornito apporti radicalmente innovativi nella pratica e nella concezione della composizione musicale contemporanea, esplorando senza compromessi ambiti quali la scrittura aleatoria di derivazione cageana, l’improvvisazione totale, la realizzazione di partiture grafiche e il lavoro compositivo ed esecutivo collettivo con musicisti non professionisti, per approdare ad una originale forma di recupero della tradizione classica e popolare con esplicite finalità di militanza politica.

Luca Venitucci, musicalmente attivo dalla fine degli anni ‘80, è componente e co-fondatore del gruppo Ossatura e ha fatto fatto parte per diversi anni dell’ensemble Zeitkratzer. Ha partecipato a numerosi progetti e collaborazioni con musicisti improvvisatori e compositori, anche in ambiti connessi al teatro, alla danza, alla scrittura e alle arti visive.

Radix Harmonica, fondato nel 2016 e diretto da Giuseppe Pecce, è un coro da camera semiprofessionale romano, il cui repertorio comprende capolavori di musica antica e sperimentazioni contemporanee.

 

Giovedì 28 novembre 2019

ore 21

Revelation, Music in Pure Intonation concerto

di Michael Harrison

Mattatoio - Padiglione 9B

ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

Michael Harrison torna a Roma esattamente 20 anni dopo il mitico concerto del novembre 1999 "4 pianoforti": Charlemagne Palestine, Michael Harrison, Philip Glass, Terry Riley, una sorta di jam session del pianoforte minimalista, ideata da Fabio Sargentin, Associazione Attico e Associazione Silenzio, che vide succedersi a Palazzo delle Esposizioni i concerti dei maggiori esponenti dell’avanguardia musicale apparsa negli Stati Uniti negli anni Sessanta. Harrison ricorda che il progetto artistico Revelation ha avuto origine proprio dal quel concerto romano: L’intensa esperienza di ascoltare la musica dei miei colleghi, è stata estremamente stimolante. La mattina dopo il concerto mi sveglio con in mente con una nuova radicale accordatura. Mi è venuta in mente molto chiaramente, apparentemente senza alcuna pianificazione o sforzo, con tutte le proporzioni matematiche elaborate in una configurazione simmetrica ben bilanciata. Sembrava un regalo… tuttavia, sono consapevole che questo momento potrebbe essere accaduto solo in seguito a venti anni di lavoro con l’accordatura just intonation. Una performance completa di Revelation è composta da 12 sezioni e dura circa 75 minuti.

  1. Revealing the Tones
  2. Night Vigil I
  3. Revealing the Commas
  4. Tone Cloud I
  5. Homage to La Monte
  6. Tone Cloud II
  7. Night Vigil II
  8. Vision in the Desert
  9. Carillon
  10. Tone Cloud III
  11. Finale
  12. Tone Cloud IV

Michael Harrison compositore e pianista profondamente influenzato dall’Oriente (come il suo mentore La Monte Young), ha creato una forma d’arte che consente al pianoforte di sondare territori normalmente al di fuori della sua gamma. Ha inventato il “piano armonico” che suona ventiquattro note per ottava. Occupa un posto unico nel mondo della musica, le sue opere sono una miscela di tradizioni musicali europee e della musica classica dell’India del Nord, forgiando un approccio completamente nuovo alla composizione attraverso accordature e metodologie che impiegano ed estendono l’antico concetto di “giusta intonazione”. Ha ottenuto il riconoscimento internazionale quando Revelation, è stato selezionato come uno dei migliori dischi classici dell’anno dal New York Times, dal Boston Globe e dal TimeOut New York e Time Loops. Con quello del violoncellista Maya Beiser, è stato selezionato tra i primi 10 album classici della NPR nel 2012. Harrison suona anche musica classica indiana, dopo aver studiato a lungo in India e negli Stati Uniti con Pandit Pran Nath, Mashkoor Ali Khan e Terry Riley. Neela sua musica non solo mescola stili e tradizioni, ma lavora anche a collaborazioni interdisciplinari e multimediali che usano proporzioni intere per illustrare la struttura universale.

Lunedì 9 dicembre 2019

ore 20.30

I mille volti della musica elettroacustica concerto

con Walter Branchi, Francesco Cuoghi e Maurizio Barbetti

 

Mattatoio – Pelanda – Foyer 2

ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

prima parte

Walter Branchi - Ascolti da Intero Voltarsi, piano, …E le rose sanno il resto… (Déploration sur la mort d’un ami), Ora, di Terra..., Concorde

seconda parte

Francesco Cuoghi (live electronics con chitarra) Five Pieces for Guitar and Live Electronics (2007) Ronald Bruce Smith

Maurizio Barbetti (live electronics con viola) Frenetico il longing di amare op. 56 (1984 -87) Horaţiu Rădulescu, Transmogrification (2019) Vincent Eoppolo, Le fleuve du desire VI

Gérard Pape

 

Per ascoltare correttamente dovremmo immergerci rispettosamente nei rumori dell’ambiente, nel pulsare del mondo; farne parte. Dovremmo essere capaci di sentire il respiro dei presenti... Alla fine dell’ascolto si consiglia di non applaudire, ma lasciare che l’ambiente, dolcemente, torni ad ammantarci tutti… Penso la musica sistemicamente. Penso la mia musica come un’unica grande composizione formata da parti isolabili, ma non isolate. Penso ad un intero che occuperà tutta la mia vita per essere realizzato e certamente non completato. Un grande canto dove ogni parte, contenuta nell’intero e che questo contiene, ha vita sia singolarmente sia in successione o contemporaneamente alle altre.
Penso ad un contributo, ad una musica delle musiche dove ogni intero è parte di un intero sempre più grande.

Walter Branchi

Walter Branchi è giardiniere e compositore. Ha insegnato Composizione Musicale Elettronica presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma e precedentemente al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Membro del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza dal 1966 al 1975, ha trascorso diverso tempo negli Stati Uniti e in Canada dove ha svolto anche attività di insegnante. Fulbright nel 1979 presso l’Università di Princeton, dove realizza la prima composizione di Intero. Nel 1983 riceve l’invito come Visiting Composer dall’Università di Stanford presso il CCRMA (Computer Centre Research Music and Acoustic) e porta a compimento Le ali di Angelico, un’altra parte di Intero. Nel 1984 è Composer in Residence alla Simon Fraser University di Vancouver (British Columbia - Canada) dove insegna composizione musicale. Nel 1987 è l’animatore nonché uno dei fondatori di Musica/Complessità e nel 1996 con Roberto Laneri realizza il progetto Harmonices Mundi di Orvieto.

Maurizio Barbetti dopo il diploma di viola, frequenta i Ferienkurse di Darmstadt studiando con Stefan Georghiu e Irvine Arditti; quest’ultimo gli consegnerà il Darmstadt Preis nel 1992. Nello stesso anno vince il Premio Internazionale di interpretazione Iannis Xenakis di Parigi. Ha studiato Sociologia, Fenomenologia, Psicologia e Pedagogia della Musica al Conservatorio di Perugia con, fra gli altri, Anna Maria Freschi. Ha insegnato nei Conservatori di Mantova, La Spezia, Matera, Istituto Pareggiato di Reggio Emilia e Accademia della Musica di Milano. Si è  esibito come solista nelle più importanti sale del mondo come La Scala di Milano; Filarmonica di Berlino; Mozarteum di Salisburgo; Opera di Nizza; Biennale di Venezia; Fondazione Gulbenkian di Lisbona; Amburgo (Staatsoper); Cochrane Theater di Londra; Hannover; Dresda; Lipsia; Monaco (Konzerthaus, registrando per la Bayerisher Rundfunk il concerto per viola di K.K. Hubler diretto da Robert HP Platz); Baden Baden; Belfast (Bbc); Parigi (Radio France); Strasburgo (Parlamento Europeo); Orleans (Semaines Musicales Internationales); Siena (Accademia Chigiana); Venezia (Sonopolis, Teatro La Fenice); Ravenna Festival; Oporto; Mexico (Festival Internacional Cervantino); Rotterdam (Igic); Tel Aviv; Jerusalem; Bucharest (Ateneum); Innsbruck (Konservatorium); Vienna; Tokyo. È spesso accompagnato da prestigiosi gruppi come l’Ensemble Koln (di cui è stato prima viola solista dal ‘92 al ‘96); l’Ensemble Recherche Freiburg; Ensemble Concorde Dublin; Icarus Ensemble; Roma Sinfonietta; Monesis Ensemble; Modus Novus di Madrid e da importanti orchestre come Orchestra dell’Opera di Nizza; Orchestra della Radiotelevisione di Dublino, Orchestra Internazionale d'Italia; Euroasian Philarmonic Orchestra di Seul. Ha eseguito in prima irlandese Chemins II di Berio per viola e orchestra con l’Orchestra della Radiotelevisione di Dublino diretta da Friedrich Goldmann. Il concerto è stato trasmesso in diretta dalla BBC Radio3. Importanti compositori di tutto il mondo gli hanno dedicato opere per viola, tra questi Paul Mèfano, Ennio Morricone, Luis de Pablo e Horatiu Radulescu. Di Ennio Morricone ha eseguito e inciso in prima mondiale il suo concerto per viola e orchestra, di Luis de Pablo ha recentemente eseguito in prima mondiale il brano Anatomias per viola e ensemble al Centro Reina Sofia di Madrid. Ha collaborato col Living Theatre di New York e con Philippe Daverio per la realizzazione degli eventi Bologna si rivela e Palermo si rivela. Ha tenuto master class in importanti istituzioni a Tokyo, Viitasaari (Finlandia), Città del Messico, Parigi. Ha registrato per la Sudwestfunk, SFW di Berlino, WDR di Colonia, Radio France, Radiotelevisione Irlandese, Swisse Romande, Rai oltre che per gli enti radiofonici e televisivi inglesi, messicani, giapponesi, austriaci, israeliani. Ha inciso, fra le altre, per le etichette discografiche Stradivarius (Milano), Mode Records (New York) e Col Legno di Baden Baden. Il suo ultimo cd dedicato a Kurtag è stato recensito con 5 stelle da The Irish Time e da The Inipendent London.

Francesco Cuoghi si diploma in chitarra presso il Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli. Frequenta i seminari dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena, l’Atelier de Recherche Instrumentale dell’IRCAM di Parigi, i Ferienkurse di Darmstadt. Studia inoltre composizione privatamente con Nazario Carlo Bellandi e Aldo Clementi; musica elettronica (Max/MSP) alla F.P.A. dell’Ottava di Roma. È titolare della cattedra di chitarra presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Suona su copie di strumenti d’epoca e vari strumenti moderni: chitarra a dieci corde, chitarra elettrica, chitarra midi. Dal 1985 ha iniziato l’esecuzione di opere con Live electronics con vari dispositivi elettroacustici. Con la nuova generazione dei microprocessori utilizza software dedicati audio-video: Max5, Csound, etc. Svolge attività concertistica come solista e in formazioni da camera. Ha suonato in Italia e in Europa nelle rassegne: Festival delle Accademie Estere (Roma), Fabrikomposition (Zurigo), Concert de Ville (Ginevra), La chiesa di Vivaldi a Venezia (Venezia), Contemporanea-Musica nel nostro tempo (Teramo). Particolarmente attivo nella musica contemporanea ha fatto parte dell’Ex Novo Ensemble di Venezia, del Gruppo di Roma (direttore G. Sinopoli). Ha tenuto prime esecuzioni di F. Pennisi, A. Brizzi, M. Molteni, G. Giuliano, E. Zaffiri, M. Giri, W. Branchi registrando per Edipan, Rugginenti, R.A.I. Nel 1986 è tra i fondatori dell’Associazione Musicale Orphée di Pesaro per la promozione degli strumenti a pizzico (chitarra, arpa, clavicembalo, liuto) ed è direttore artistico dell’Ensemble Orphée. All’interno dell’associazione ha svolto ininterrottamente attività musicale attraverso manifestazioni concertistiche, corsi di perfezionamento, convegni. Ha pubblicato articoli su A. Hába, B. Maderna, Steve Reich, ecc. Ha scritto varie composizioni per chitarra sola e con strumentazione elettronica.

  

Lunedì 9 dicembre 2019

ore 23 (fino all’alba di martedì 10 dicembre)

Sleeping concert Don’t Listen to Me, Now concerto

Mattatoio – Pelanda – Teatro 2

evento su prenotazione (portare tappetino, sacco a pelo, cuscino…)

 

a cura di Federico Placidi

con

Federico Dal Pozzo live codes, oggetti

Lorenzo Abattoir microfoni, oggetti

Federico Placidi contrabbasso, dispositivi analogici, kyma

 

La Musica non Esiste. La Musica è un farsi continuo sotto forma di correlazione tra la molteplicità di fenomeni sonori percepiti e l’attività unificatrice della nostra coscienza. Essa esiste solo come esperienza nello spazio e nel tempo. Nel sonno, la coscienza è sopita ma non indifferente agli stimoli ambientali elaborati dalla mente, nella sua continua attività. Queste informazioni però, non hanno luogo nel tempo e nello spazio, esse fluttuano in modo frammentato sotto forma di una nuvola di probabilità che ne descrive le possibili associazioni, interazioni e configurazioni. Solo al risveglio, nel momento in cui la coscienza si fa presente e attiva, e l’io si colloca nuovamente nel tempo e nello spazio, quella nuvola di probabilità collassa, strutturandosi come esperienza reale vissuta, più o meno lucida, illusoria e incompleta forse, ma autentica. Tutto questo fa si che coloro che eseguono azioni ed interazioni, volte alla produzione di eventi e stimoli sonori, non essendo vincolati da alcun vettore orientato nel tempo, da necessità semantico/funzionali o drammaturgie immaginarie, possono agire liberamente e indirettamente, in una condizione di continua fluttuazione del vuoto, inteso non come espressione di una assenza (in questo contesto, il silenzio), ma come un campo di energia potenziale creatrice, spazio di tutte le configurazioni possibili.

Federico Placidi

Federico Placidi (also U.S.O. Project) nasce a Roma nel 1968. Studia composizione e musica elettronica presso la Universität für Musik und darstellende Kunst, perfezionandosi successivamente presso il CCMIX di Parigi. Studia Contrabbasso presso il Conservatorio di Musica di “S.Cecilia”. Dal 1996 si occupa di sound design applicato ai nuovi media digitali collaborando a livello internazionale con diversi studi di post‐produzione e istituzioni in qualità di assistente musicale, sound designer e sviluppatore software (in ambienti quali Max/Msp e Kyma). Allo stesso tempo inizia la sua attività di compositore e performer che lo porterà a lavorare con artisti tra i quali: Natasha Barrett, Andrea Valle, Gérarde Pape, Agostino Di Scipio, il duo Zadory-Topalovic, Todd Barton e molti altri. Nel 2006 insieme al sound designer milanese Matteo Milani dà vita al U.S.O. Project (aka Unidentified Sound Object), con il quale svolge attività in ambito performativo, installativo e discografico. Sua è l’etichetta discografica indipentente Synesthesia, con la quale pubblica la maggior parte delle proprie produzioni.

Federico Dal Pozzo classe 1976, nato a Venezia, vive a Torino. Sound artist, compositore elettroacustico e musicista, studia batteria con i Maestri Mario Bracco e Vittorio Panza. Dal 1999 al 2007 lavora come esecutore nel Dadadang_parata per percussioni in movimento con i quali ha suonato nei più importati festival europei (Mosca, Londra, Parigi, Graz, Berlino). Nel 2007 si diploma alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio_U.S.A.) in 'Audio Recording and Music Production” Nel 2014 studia alla Ionian University (Corfù_Gr) Summer Academy of Electroacoustic Music and Live Electronics con Annette Vande Gorne and Theodoros Lotis. Specializzato in Wavefield Synthesis con Hubert Westkemper, conclude la formazione con Markus Stockhausen in Intuitive Music. È sound designer per il teatro, il circo contemporaneo e la danza contemporanea europea e israeliana. Nel 2010 realizza la parte rumoristica del film Cabaret Crusades, the horror show file con la regia di Wael Shawky (produzione realizzata e promossa da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto in collaborazione con il Festival Theater der Welt e Daniele Lupi con la bicentenaria Collezione Marionette Lupi di Torino). Nel 2013 realizza un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli (Summer school. centosettantaperottanta_13.600 hertz, a cura di Sara Conforti) e l’installazione concertata Adiastenia per il festival Flashback_Sound (Installazione concertata, concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di partitura musicale e visiva. Collabora con Alessandro Sciaraffa per il workshop Ti con zero Radio alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Nel 2017 realizza uno Sleep Concert a Palazzo Grassi (Venezia) e a Nexst presso la Fondazione Cirko Vertigo. Collabora con musicisti e artisti europei (Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg,). Tiene concerti e sound performances in Europa (Conservatory of Leeds, Utopia in Zaragoza, Berlino, Parigi, Lisbona, Bilbao, Vienna). La sua ultima composizione Untitled aYN (per 14 bicchieri, ghiaccio e acqua frizzante) ha debuttato ad Averio (Pt) nel 2018. Realizza dischi per la KrysaliSound, Attenuetion Circuit, Egocyde.

Lorenzo Abattoir artista sonoro e tecnico del suono di Torino, attivo in svariati progetti pubblicati in collaborazione con etichette italiane (Dusktone records TO) e internazionali (Old captain EU / Malignant records USA). Fondatore del collettivo elettroacustico Mare di Dirac con il quale realizza performance basate sull’uso di registrazioni ambientali, riverberi naturali e inusuali strumenti etnici, coniugando aspetti legati a varie forme di ritualismo con i concetti cardine della fisica quantistica. Nel 2015 inizia una collaborazione con il compositore tedesco Hermann Kopp, conosciuto per le colonne sonore dei film horror Nekromantik e Der Todesking, che proseguirà fino al 2019 con l’uscita dell’ultimo album Seven sermons in stone in vinile 12” (Alien Passengers Records). Collabora in studio (SuperBudda, Torino) durante il tour Italiano del 2015 con Mare di Dirac e Phurpa. Nel 2017 esce Misericordia in vinile 12” (4iB Records).  Collabora con l’artista noise industrial Dave Kirby (UK) con all’attivo due album Aether (Malignant Records 2017) e Megaloschemos (GH Records2018). Progetta, in collaborazione con il sound artist Giovanni Lami, uno studio sonoro basato sull’uso dello strumento tradizionale indiano Shruti Box.

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