Venerdì 04 giugno 2010
In scena la pedofilia e il suicidio giovanile, ventitrè 'corti' per andare oltre la cronaca
La compagnia Officina teatrale si esibirà in due spettacoli composti da brevi messe in scena che si svilupperanno su due temi. Ogni pièce durerà tra i 5 e i 7 minuti. Dal 1 al 6 giugno al Teatroinscatola.
Tragedie irrisolte, ingiustizie diffuse. Sono queste le parole chiave nascoste nei testi scritti per l'Officina teatrale. La compagnia, che si esibirà in due spettacoli che si terranno dal 1 al 6 giugno al Teatroinscatola, presenterà agli spettatori un dittico costruito intorno a due temi: "I giovani condannati agli amori forzati", scene di ordinaria pedofilia e "Farla finita subito, senza aspettare", scene di giovani suicidi. Ventitrè 'corti' in tutto: dieci ispirati al tema della pedofilia e tredici basati su una casistica di ragazzi che si sono tolti la vita.
L'Officina teatrale, un progetto a cui ha contribuito anche Laura Novelli, ha sviluppato due serie di corti scenici con distinti linguaggi, sottotematiche, tensioni, ambientazioni. E i materiali sono stati affidati ad attori e registi che hanno conquistato la loro parte partecipando ad un bando indetto dall'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". L'ingresso al teatro Inscatola sarà gratuito ma l'Officina chiede agli spettatori un piccolo contributo di 2 euro per la tessera, un simbolo per dimostrare la propria "sottoscrizione al progetto". Ogni pièce durerà tra i 5 e i 7 minuti.
Le scene saranno "intime" e cercheranno di penetrare nelle identità dei giovani "tormentati" attraverso escamotages e trovate teatrali. "Questa idea - spiega il direttore Rodolfo di Giammarco - nasce dal bisogno di fissare nell'agenda dell'attualità temi come la pedofilia e il suicidio giovanile. Certo, i giornali ne parlano ma si tratta di 'interesse caduco'". Il teatro, arte visiva, resta invece impresso nella mente ed è destinato ad insegnare qualcosa in più rispetto a quello che leggiamo sui giornali.
"Con questi spettacoli - continua di Giammarco - proveremo a far parlare gli scomparsi da un ipotetico al di là e poi faremo parlare anche i parenti e gli amici dei giovani ancora sulla terra. Saranno loro a rivelare le circostanze della pedofilia e del suicidio e saranno loro a parlarci di queste due tragedie irrisolte". Alla fine di ogni spettacolo, al pubblico rimarranno tante domande e poche risposte. "Perché ogni periodo della giovinezza - conclude il direttore - porta con sé incongruità e ingiustizie che l'uomo non riesce a sistemare in modo ordinato".
L'Officina teatrale è composta da artisti e giovani registi. Francesca Accardi, Valentina Caimmi, Luca Catello Sannino per dirne alcuni. Michele Calducci, Valeria Bianchi e Riccardo Calabrò per citarne altri. Ma loro non sono bambini. Per entrare nell'animo di quell'età, quindi, gli artisti hanno condotto uno studio della scrittura mirante a riprodurre due fenomeni: "Quello dell'invivibilità procurata dalla pedofilia e quello dell'acerba rinuncia a vivere in sé e per sé".
Il riferimento di questi corti all'attualità è pregnante. Un episodio de "I giovani condannati agli amori forzati" sarà dedicato agli abusi da parte di un sacerdote. Ma si tratterà di un caso singolo perché le vittime della pedofilia sono sempre i giovani ma i carnefici sono potenzialmente tutti. Lo stesso si dica per i suicidi giovanili. Le ragioni che spingono gli adolescenti a togliersi la vita sono tante. Spesso "frivole" agli occhi degli adulti ma sempre di vitale importanza per gli animi giovani. Il divozio dei genitori, gli insulti dei compagni, l'anoressia, un amore finito. Suicidarsi, per i giovani, significa scegliere "intelligentemente" ma senza coscienza. Ecco perché spesso la colpa è anche di chi gli sta intorno.